sabato 14 settembre 2013

Influssi reciproci tra Riforma e formazione dello Stato territoriale, di Karl Heinz BLASCHKE

SINTESI RAGIONATA di Influssi reciproci tra Riforma e formazione dello Stato territoriale, di Karl Heinz  BLASCHKE, tratto da LO STATO MODERNO ( Bologna, Il Mulino, Vol, II 1973, pp. 279 – 296. [Traduzione di Wechselwirkungen zwischen der Reformation und dem Aufbau des Territorialstaates, in "Der Staat", Berlin  1970, pp. 347 – 364 ).


Blaschke si occupa principalmente della Sassonia per trarre da questo esempio spunti paradigmatici per la comprensione del problema in generale del rapporto tra Stato e Riforma
essendo questo Stato il prototipo dello Stato luterano in Germania.

Nel 1539 la Sassonia aderisce alla Riforma. Nel 1547
diventa principato elettorale. Così divenne pure la forza politicamente traente fra i ceti protestanti dell’ impero.

RAFFORZAMENTO QUANTITATIVO DELLO STATO
La R. giova enormemente al processo di costruzione dello Stato territoriale dell’ età moderna poiché innesca un deciso processo di secolarizzazione. Come esempio Blaschke porta la  Sassonia, regione in cui i 3 grandi monasteri cattolici di Meissen, Merseburg e Naumburg,
( che dominavano tre vaste enclaves, in cui avevano piena giurisdizione )  vennero secolarizzati con delle vere e proprie usurpazioni. Solo così la Sassonia diviene uno stato completo, conchiuso in se stesso, omogeneo e con confini precisi. La secolarizzazione dei monasteri, che erano oltre a tutto parte del sistema imperiale dei ceti e davano peso al primo ceto ( quello ecclesiastico ), indebolì anche la presenza cetuale imperiale.

RAFFORZAMENTO QUALITATIVO DELLO STATO
Inglobamento di antiche signorie nobiliari o ecclesiastiche nel demanio statale e loro trasformazione in distretti territoriali statali ( sotto tutti i punti di vista giurisdizionali ).
Ciò significò il passaggio dall’ esercizio personale del potere ad un’ attività di governo espletata tramite istituzioni corporative ( che si occupano di esercitare determinate funzioni loro assegnate  // ovvero loro specializzazione e formalizzazione ).

Nascono e si sviluppano un apparato governativo e amministrativo centrali, dotati di propri organismo separati dalla persona del principe: Tribunale supremo sassone, Governo territoriale. Consiglio segreto, Organismo finanziario centrale.

Qui si innesta ancora la Riforma protestante. Il signore territoriale assume la funzione vescovile. Lo Stato costruisce una propria strutture amministrative per le faccende ecclesiastiche: dai Concistori, agli intendenti, ai parroci di villaggio.
Lo Stato si occupa della formazione dei pastori luterani. Non solo, diviene responsabile del settore scolastico e dell’ università.
Il luteranesimo è senso pieno la religione di stato, facendosi anche strumento della omogeneizzazione ed educazione della popolazione.
Con la Riforma accade anche qualcosa di importante nei rapporti di forza tra i ceti e tra questi ed il sovrano. L’ antico ordinamento ecclesiastico era dominato, con e nell’ alto clero, da forze nobiliari. Anche l’ integrazione tra 1° e 2° stato era notevole. Con la Riforma, con la creazione di una vera Chiesa di Stato, con la riorganizzazione del reclutamento del personale ecclesiastico, i principi si rafforzano ed indeboliscono contestualmente sia gli ordinamenti cetuali all’ interno dell’ Impero che la stessa autorità imperiale. Da qui cambierà la storia tedesca e verrà promosso l’ inserimento della Germania nella modernità.


IL SUCCESSO DELLA RIFORMA ( do ut des tra Riforma e Stato )
D’ altro canto il principato sassone rafforzò la Riforma e ne assicurò il successo. La protesse, la stabilizzò, la istituzionalizzò, la aiutò a diffondersi. Già nel 1539 fu anticipato di fatto il principio “cuius regio, eius religio”. I principi territoriali e le città si appropriarono dello “jus reformandi“, una prerogativa dei soli signori feudali, pensata però per lo più su piccola scala come possibile intromissione nei monasteri, affinché questi non esondassero nelle loro competenze. Invece con l’ imposizione di una confessione su tutto il territorio statale o cittadino di competenza, non solo si aveva un abuso rispetto alla tradizione feudale, ma anche un uso smodato e a tappeto di quel diritto. Si noti, anche con la fissazione del principio  della “cuius regio, eius religio” i monasteri avrebbero dovuto rimanere intonsi, sotto l’ egida di un abate, fedele al cattolicesimo. Tant’ è che, qualora un abate fosse passato alla Riforma, avrebbe dovuto dimettersi e lasciare il monastero nelle amni di un vescovi cattolico.


ALTRI ELEMENTI DI RIFLESSIONE

Un analogon allo Jus reformandi – in tutt’ altro ambito – fu l’ imposizione fiscale non più incentrata sulla rendita fondiaria ma su tutto il patrimonio del suddito, comprendendo anche il denaro contante e i capitali investiti.   Questa innovazione trovò la sua legittimazione esclusivamente nel fabbisogno dello stato moderno. Tutte le istanze intermedie ( tipiche del feudalesimo ) perdono la loro funzione. Inutile dire che il ruolo e la ragion d’ essere del 1° e del 2° ceto vengono sminuiti.

L’ usurpazione, e l’ attuazione potenziata dello Jus reformandi da parte dello Stato territoriale fu una mossa strategica sia per questo che per la Riforma. Infatti solo lo Stato territoriale poteva garantire la difesa verso l’ alto ( impero e papato ) della Riforma, d’ altro canto lo Stato territoriale istituì  e legittimò il suo nuovo tipo di autorità usando la Riforma come un potentissimo strumento di consenso e di omogeneizzazione sociale, culturale e comportamentale.

Non va infine dimenticato il ruolo giocato dalla burocrazia. Costruendo una burocrazia, di per sé un portato ed un volano della modernità, lo Stato territoriale ridurrà e poco a poco cancellerà i privilegi di origine feudale. La burocrazia sarà infatti in massimo grado livellatrice, offrirà alla notevoli chances di potere ed avrà una netta funzione anti-cetuale.
Tra l’ altro non va dimenticato come ogni portatore di una funzione pubblica dovrà giurare fedeltà al principe o al sovrano. Questo varrà anche per i pastori protestanti, segno evidente che saranno considerati né più né meno che pubblici ufficiali.   

Non è dunque esagerato affermare che la Riforma ebbe un ruolo di primo piano per la costituzione dello Stato moderno in Germania. Questa non fu la sua intenzione, non si può nemmeno vedere in essa l’ unica causa, né una condizione sufficiente, ma di certo fu un elemento imprescindibile.










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